In molti regioni Italiane è oramai noto il problema dei danni alle colture da parte di ungulati come Cervi, Caprioli, Daini e Cinghiali.
Fino ad oggi la perizia era svolta da un tecnico faunista che veniva incaricato per rilevare il danno. Egli doveva fisicamente camminare dentro la coltura danneggiata che poteva essere anche di diversi ettari e valutare il danno secondo esperienza.
Con i droni questo passaggio è stato semplificato grazie al fatto che la valutazione viene fatta con un rilievo fotografico (quindi oggettivo) e misurabile.
L’accuratezza che possiamo ottenere è davvero ottima senza contare la possibilità di creare un archivio storico utile ad evitare possibili controversie in sede legale.
SPIEGHIAMO COME FUNZIONA QUESTA TECNOLOGIA
La soluzione è l’aerofotogrammetria
Il tecnico faunista si avvale di un SAPR ovvero di un Drone con il quale esegue prima un volo d’ispezione per controllare l’entità dei danni.
Questo primo rilievo permette di avere un quadro generale della situazione.
E poi programma un volo automatico sull’area desiderata, acquisendo foto georeferenziate, successivamente le foto vengono elaborate per produrre un ortomosaico dell’intera area con possibilità di eseguire delle selezioni delle zone danneggiate e fare un computo preciso dei danni.
- Pianificazione
- Stesura dei target al suolo a distanze note (per avere un riscontro sulla misura del dato)
- Volo
- Elaborazione delle Foto
- Valutazione dei danni su Ortomosaico Georeferenziato
Il Processo sopra descritto risulta un ottimo ausilio per il Tecnico Faunista il quale puo’ ottimizzare i tempi del rilievo e contemporaneamente proporre una stima del danno precisa e oggettivamente priva di vizi.
Lo stesso procedimento può essere usato per stimare i danni da causati da eventi atmosferici.
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